Autore | Dott. Antonio Urbano
Editing | Ing. Andrea Rattacaso
Versione 1.0 ?
Cos’è una impresa familiare?
La legge la descrive come:
Più precisamente la legislazione specifica e definisce chi sono i familiari, ovvero:
Essendo di fronte a questo tipo di rapporto, il titolare dell’impresa familiare non riveste il ruolo di datore di lavoro rispetto ai suoi collaboratori, ad eccezione di eventuali altri collaboratori dipendenti non familiari per i quali il proprietario è a tutti gli effetti un datore di lavoro ai sensi del DLgs 81/08.
Gli obblighi principali in materia di sicurezza che caratterizzano l’impresa familiare sono pochi e godono di una certa semplificazione da parte del legislatore.
Come per qualsiasi altra azienda, in un’impresa familiare tutti i lavoratori sono obbligati ad utilizzare i dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati ai rischi affrontati, devono munirsi di apposita tessera di riconoscimento e utilizzare attrezzature di lavoro conformi alle disposizioni di legge; ad eccezione del settore edile, nel quale il titolare dell’impresa ha anche l’obbligo di informazione e formazione per i lavoratori familiari.
Analogamente a tutte le attività di cantiere, è necessario per l’impresa familiare munirsi di un Piano Operativo di Sicurezza (POS) redatto dal titolare ma con criteri che lo rendono semplice, breve e comprensibile, eliminando tra l’altro costi inutili che l’azienda andrebbe a sostenere.
Nella fattispecie potranno essere esclusi elementi eccedenti o facoltativi come la nomina di figure interne ed esterne all’azienda che rivestono particolare ruolo nel POS, come gli addetti al pronto soccorso, all’antincendio ed all'evacuazione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, un medico competente e un responsabile del servizio di protezione e prevenzione (RSPP).
Particolarità delle imprese familiari rispetto alle imprese classiche riguarda il conteggio dei lavoratori dell’azienda, alla quale non vanno sommati i familiari e affini ma solo gli eventuali lavoratori dipendenti. Il numero dei lavoratori in una azienda è un dato dal quale dipendono il tipo e la quantità di obblighi ai quali il titolare va incontro, ovviamente più estesi in relazione al numero crescente dei lavoratori dell’impresa, così nel caso di una impresa familiare gli obblighi sono inferiori.
Se invece il titolare ha fatto sottoscrivere un contratto di lavoro subordinato ai familiari, questi diventeranno dipendenti a tutti gli effetti e il titolare acquisirà le vesti di un vero e proprio datore di lavoro ai sensi del DLgs 81/08.
Inoltre, si familiari del titolare dell’impresa sono dunque dipendenti o se vi sono lavoratori dipendenti non familiari si ha l’obbligo di munirsi di una valutazione documentata di tutti i rischi (DVR), che per aziende che contano un numero massimo di 10 lavoratori può consistere in una semplice autocertificazione.
Si aggiunge quindi l’obbligo di formare e informare i lavoratori, l’obbligo di sorveglianza sanitaria con la nomina del medico competente e la nomina del Responsabile del servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) esterno all’azienda a meno che il numero di dipendenti dell’azienda entri entro certi limiti, in questo caso può essere direttamente nominato il datore di lavoro. Obbligatoria è anche la nomina degli addetti antincendio e primo soccorso, l’elezione/designazione del rappresentante dei lavoratori perla sicurezza (RLS), ecc.
Se l’impresa familiare non rispetta gli obblighi di legge, il DLgs 81/08 pone delle sanzioni. Di seguito se ne descrivono alcune:
Una principale causa di sanzioni alle imprese familiari riguarda il così detto “lavoro in nero”, ovvero un'azienda che ha le caratteristiche di un'impresa familiare ma che non conosce e non fa fronte a obblighi di dichiarazione può essere accusata di sfruttamento del lavoro, anche nel caso in cui i lavoratori siano effettivamente familiari (a tal proposito si consiglia la lettura della Circolare del Ministero del lavoro n. 38 del 12 novembre 2010, dove ha ribadito il concetto che nel caso in cui un funzionario ispettivo appuri la presenza di lavoratori non dichiarati se pure parenti del titolare dell’impresa, sarà inflitta una sanzione che viene definita maxisanzione).
Evitare la sanzione per sfruttamento del lavoro familiare è comunque relativamente semplice, è necessario però conoscere e adempire ad alcune procedure obbligatorie, come la comunicazione dei nominativi dei lavoratori familiari assicurati (art. 23 del D.P.R. 1124/1965) entro il giorno antecedente l’immissione al lavoro degli stessi e l’apertura della relativa posizione previdenziale alla gestione separata INPS/INAIL.
Concludo ribadendo che può essere vitale per un’impresa familiare evitare la cosiddetta "maxisanzione": questa consiste infatti in una sanzione pecuniaria che parte da 1.500 euro più altri 37,50 euro per ogni giornata di occupazione irregolare, ammesso che entro i 45 giorni successivi alla notifica del provvedimento il datore di lavoro effettui il pagamento ed ottemperi agli obblighi prescritti; in caso contrario la violazione diventa illecito amministrativo e la sanzione pecuniaria raddoppia a 3.000 euro più altri 50 euro per ogni giornata di occupazione irregolare per ogni lavoratore non dichiarato.
Editing | Ing. Andrea Rattacaso
Versione 1.0 ?
Nell’ambito della gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro sentiamo spesso parlare delle agevolazioni e delle eccezioni che riguardano la specifica classe delle imprese familiari. Dopo 10 anni dall’approvazione del D.Lgs 81/2008, le varie modifiche legislative e le sentenze di cassazione hanno fatto chiarezza sulle corrette interpretazioni, delineando definizioni, obblighi e sanzioni.
Cos’è una impresa familiare?
La legge la descrive come:
"Un attività nella quale i dipendenti e i collaboratori dell’imprenditore sono tutti o in parte suoi familiari che prestano la propria attività in modo continuativo e prevalente".
Più precisamente la legislazione specifica e definisce chi sono i familiari, ovvero:
- il coniuge;
- i parenti entro il terzo grado;
- e gli affini entro il secondo grado.
Essendo di fronte a questo tipo di rapporto, il titolare dell’impresa familiare non riveste il ruolo di datore di lavoro rispetto ai suoi collaboratori, ad eccezione di eventuali altri collaboratori dipendenti non familiari per i quali il proprietario è a tutti gli effetti un datore di lavoro ai sensi del DLgs 81/08.
Gli obblighi principali in materia di sicurezza che caratterizzano l’impresa familiare sono pochi e godono di una certa semplificazione da parte del legislatore.
Come per qualsiasi altra azienda, in un’impresa familiare tutti i lavoratori sono obbligati ad utilizzare i dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati ai rischi affrontati, devono munirsi di apposita tessera di riconoscimento e utilizzare attrezzature di lavoro conformi alle disposizioni di legge; ad eccezione del settore edile, nel quale il titolare dell’impresa ha anche l’obbligo di informazione e formazione per i lavoratori familiari.
Analogamente a tutte le attività di cantiere, è necessario per l’impresa familiare munirsi di un Piano Operativo di Sicurezza (POS) redatto dal titolare ma con criteri che lo rendono semplice, breve e comprensibile, eliminando tra l’altro costi inutili che l’azienda andrebbe a sostenere.
Nella fattispecie potranno essere esclusi elementi eccedenti o facoltativi come la nomina di figure interne ed esterne all’azienda che rivestono particolare ruolo nel POS, come gli addetti al pronto soccorso, all’antincendio ed all'evacuazione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, un medico competente e un responsabile del servizio di protezione e prevenzione (RSPP).
Particolarità delle imprese familiari rispetto alle imprese classiche riguarda il conteggio dei lavoratori dell’azienda, alla quale non vanno sommati i familiari e affini ma solo gli eventuali lavoratori dipendenti. Il numero dei lavoratori in una azienda è un dato dal quale dipendono il tipo e la quantità di obblighi ai quali il titolare va incontro, ovviamente più estesi in relazione al numero crescente dei lavoratori dell’impresa, così nel caso di una impresa familiare gli obblighi sono inferiori.
IMPRESE
FAMILIARI
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Nel numero totale di lavoratori non si
conteggiano i familiari
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I familiari diventano dipendenti a
tutti gli effetti solo nel caso in cui il datore di lavoro sceglie per loro
un contratto di lavoro subordinato.
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Se invece il titolare ha fatto sottoscrivere un contratto di lavoro subordinato ai familiari, questi diventeranno dipendenti a tutti gli effetti e il titolare acquisirà le vesti di un vero e proprio datore di lavoro ai sensi del DLgs 81/08.
Inoltre, si familiari del titolare dell’impresa sono dunque dipendenti o se vi sono lavoratori dipendenti non familiari si ha l’obbligo di munirsi di una valutazione documentata di tutti i rischi (DVR), che per aziende che contano un numero massimo di 10 lavoratori può consistere in una semplice autocertificazione.
Si aggiunge quindi l’obbligo di formare e informare i lavoratori, l’obbligo di sorveglianza sanitaria con la nomina del medico competente e la nomina del Responsabile del servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) esterno all’azienda a meno che il numero di dipendenti dell’azienda entri entro certi limiti, in questo caso può essere direttamente nominato il datore di lavoro. Obbligatoria è anche la nomina degli addetti antincendio e primo soccorso, l’elezione/designazione del rappresentante dei lavoratori perla sicurezza (RLS), ecc.
Imprese familiari: obblighi in materia
di sicurezza
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SEMPRE
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Indossare
i DPI
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Utilizzare attrezzature di lavoro conformi
alla legge
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Indossare
il tesserino di riconoscimento
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Settore
edile
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Formazione e informazione
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Imprese
familiari pure
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POS “ridotto”
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Se l’impresa familiare non rispetta gli obblighi di legge, il DLgs 81/08 pone delle sanzioni. Di seguito se ne descrivono alcune:
- mancata nomina del medico competente e effettuazione relativa visita – Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 1.500 a 6.000 euro (art. 55, comma 5, lettera d)
- mancata informazione dei rischi ai lavoratori - Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 1.200 a 5.200 euro (art. 55, comma 5, lettera d)
- mancata formazione dei lavoratori - Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 1.200 a 5.200 euro (art. 55, comma 5, lettera c)
Una principale causa di sanzioni alle imprese familiari riguarda il così detto “lavoro in nero”, ovvero un'azienda che ha le caratteristiche di un'impresa familiare ma che non conosce e non fa fronte a obblighi di dichiarazione può essere accusata di sfruttamento del lavoro, anche nel caso in cui i lavoratori siano effettivamente familiari (a tal proposito si consiglia la lettura della Circolare del Ministero del lavoro n. 38 del 12 novembre 2010, dove ha ribadito il concetto che nel caso in cui un funzionario ispettivo appuri la presenza di lavoratori non dichiarati se pure parenti del titolare dell’impresa, sarà inflitta una sanzione che viene definita maxisanzione).
MAXI SANZIONE
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Consiste in:
Ammenda
da 1.500 € più altri 37,50 € per ogni giorno di occupazione irregolare.
Diventa
illecito amministrativo se dopo 45 gg il datore di lavoro non regolarizza la
sua posizione.
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Come evitarla:
basta
regolarizzare la posizione lavorativa di ogni dipendente.
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In caso di “Lavoro nero”, ovvero
sfruttamento del lavoro
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Evitare la sanzione per sfruttamento del lavoro familiare è comunque relativamente semplice, è necessario però conoscere e adempire ad alcune procedure obbligatorie, come la comunicazione dei nominativi dei lavoratori familiari assicurati (art. 23 del D.P.R. 1124/1965) entro il giorno antecedente l’immissione al lavoro degli stessi e l’apertura della relativa posizione previdenziale alla gestione separata INPS/INAIL.
Concludo ribadendo che può essere vitale per un’impresa familiare evitare la cosiddetta "maxisanzione": questa consiste infatti in una sanzione pecuniaria che parte da 1.500 euro più altri 37,50 euro per ogni giornata di occupazione irregolare, ammesso che entro i 45 giorni successivi alla notifica del provvedimento il datore di lavoro effettui il pagamento ed ottemperi agli obblighi prescritti; in caso contrario la violazione diventa illecito amministrativo e la sanzione pecuniaria raddoppia a 3.000 euro più altri 50 euro per ogni giornata di occupazione irregolare per ogni lavoratore non dichiarato.
Alcune delle sanzioni per le imprese
familiari con lavoratori dipendenti
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INADEMPIENZA
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SANZIONE
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Mancata
nomina del medico competente
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Arresto
da 2 a 4 mesi o ammenda da 1.500 a 6000 €
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Mancata
informazione dei rischi ai lavoratori
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Arresto
da 2 a 4 mesi o ammenda da 1.200 a 5200 €
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Mancata
formazione dei lavoratori
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Arresto
da 2 a 4 mesi o ammenda da 1.200 a 5200 €
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MAXISANZIONE
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Ammenda
da 1.500 €, più altri 37,50 € per ogni giornata di occupazione irregolare.
Se
entro 45 gg il datore di lavoro non regolarizza la sua posizione: ammenda da
3000 €, più altri 50 € per ogni giornata di occupazione irregolare (diventa illecito
amministrativo).
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RIFERIMENTI:
- Nell’impresa familiare quali sono gli obblighi in materia di sicurezza?- Articolo di Francesco Gallo, funzionario ispettivo Area Tecnica DTL di Mantova;
- DLgs 81/2008- "Testo Unico della salute e sicurezza sul lavoro";
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